Il contributo delle classi nel percorso riabilitativo dei detenuti
All’interno del percorso riabilitativo dei detenuti molto spesso emerge come la maggior parte dei comportamenti devianti e problematici abbia avuto origine in una fase precoce di vita.
Un momento caratterizzato dall’allontanamento dalle figure genitoriali e dal percorso di studi per seguire gruppi di pari ed ideali legati ad altri soggetti, che venivano presi erroneamente come modelli di riferimento.
Molto spesso i detenuti hanno la percezione di essere isolati dalla società esterna e di essere valutati secondo pregiudizi. Non si sentono accettati e questi aumenta la rabbia e l’isolamento.
Per questo motivo i momenti di scambio con il mondo esterno al carcere vengono vissuti come particolarmente arricchenti.
All’interno del Progetto “I Giovani e il Servizio Giustizia” svoltosi presso la Casa di Reclusione di Milano Bollate è stata data la possibilità a diversi detenuti di confrontarsi con gruppi di studenti adolescenti in visita presso il carcere.
Questi momenti sono stati vissuti come molto intensi e toccanti ed hanno permesso ad entrambe le parti coinvolte di uscirne con una maggiore ricchezza.
Attraverso il confronto con ragazzi più giovani ed il racconto delle loro esperienze passate e della vita all’interno dell’Istituto di Pena i detenuti si sono sentiti investiti di un grande senso di responsabilità nell’essere portatori di un messaggio educativo per i loro interlocutori.
Per la prima volta hanno avuto la percezione di non essere più “un peso per la società” ma dei protagonisti in grado di veicolare un messaggio sociale.
In questo modo sono riusciti a cogliere nell’esperienza detentiva un elemento di utilità, al fine di evitare ad altri di commettere i loro stessi errori.
Sono entrati in contatto con le loro emozioni, hanno vinto la timidezza e la paura nel rapportarsi con “quei giovani che loro non sono stati ma che avrebbe voluto essere” e hanno assunto un “ruolo di guida”.
Il lavoro non si è limitato ai momenti degli incontri ma per i detenuti è stato caratterizzato da una preparazione prima ed una riflessione dopo, fatto che sottolinea il grande impegno e la motivazione con cui hanno aderito al progetto.
Questi scambi sono stati fondamentali per i detenuti al fine di consentirgli di riscrivere la propria immagine di sé e dare alla loro esperienza di vita un nuovo scopo.
È proprio alla luce dell’esperienza vissuta che detenuti, studenti, operatori ed esterni sono giunti ad un’univoca conclusione:
“non esistono persone cattive ma solo scelte e azioni sbagliate.”