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tutta la pagina dal Corriere della Sera del 15 dicembre 2003
Estratto dal Corriere Della Sera:
GIUDICE DI PACE
“Devono poter capire che le
regole non sono estranee alla loro vita”
“Vogliamo far capire a questi ragazzi che la giustizia è un
servizio in funzione della collettività, non qualcosa di
totalmente estraneo alle loro vite”. Anna Maria Paracchini,
giudice di pace, è uno degli esperti che ha organizzato lo
sportello giuridico all’Agnesi.
Quali sono le domande più frequenti dei ragazzi?
“Sicuramente quelle legate al divorzio e alla separazione.
Vogliono conoscere i loro diritti, soprattutto nei confronti dei
nuovi compagni del padre e della madre”.
Sono diffidenti nel presentarsi a voi?
“Tutt’altro. E’ questo il vantaggio di un servizio come il
nostro. Noi non risolviamo problemi, come gli psicologi, diamo
risposte immediate. E questo piace molto. A volte siamo noi
quelli imbarazzati”.
In che senso?
“Perché ci chiedono incontri pubblici in classe, senza
l’anonimato dello sportello. Vogliono sapere di tutto,
dall’aborto a come comportarsi se a un mercatino si compra una
bicicletta rubata”.
Dalle domande fatte emerge il disagio giovanile?
“Purtroppo sì. Arrivano a chiederci come uscire dalla banda, se
è possibile non far sapere ai genitori che la polizia li ha
beccati con lo spinello. La scoperta più interessante è che
tanti ragazzi hanno amici coinvolti penalmente. E per questo si
sentono soli”.
Ma qual è il vostro obiettivo?
“Vogliamo semplicemente dare delle risposte. Far conoscere ai
ragazzi i loro diritti e i loro doveri. Far capire che il casco
si mette per la propria incolumità, non per la multa. E creare
un circolo virtuoso, una sorta di emulazione al positivo che va
dal biglietto del tram al rispetto delle regole”.
A.Sac. |