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Io non ti ho detto sì

associazione valeria - il consensoTra i tanti percorsi esplorati in questo anno scolastico appena concluso, anche uno sul consenso e le sue modalità di espressione.

Come si esprime il consenso?

I ragazzi che hanno partecipato  di regola hanno risposto “di getto” che il consenso si esprime dicendo un “si” o un “no”.

Analizzando meglio il tema, anche attraverso l’uso di video metaforici ed esempi concreti, gli studenti hanno, in un secondo momento, compreso, invece, che il consenso/non consenso può esprimersi anche attraverso dei gesti, con il tono della voce, con delle frasi indirette e con comportamenti non verbali; che si può esprimere “consenso” a parole ma “dissenso”con i gesti; che il consenso può essere revocato in ogni momento; che, in determinate situazioni (quale ad esempio l’essere sotto l’effetto di sostanze alcoliche o psicotrope o in stato d’incoscienza o perché si è troppo giovani) non è possibile esprimere un consenso valido.

Ragazze e ragazzi hanno riflettuto anche sul fatto che l’espressione del consenso può essere condizionato da determinati fattori esterni (ad esempio la situazione concreta vissuta, il condizionamento del gruppo) e che occorre sempre, per non commettere un reato sessuale, la manifestazione di un consenso valido e libero.

Infine, attraverso la visione di uno spezzone del film “Sotto accusa” (la parte relativa al momento precedente alla violenza sessuale) gli ragazzi sono stati stimolati a riflettere su determinati “stereotipi di genere”, quale quello, ad esempio, per cui una ragazza che ha bevuto e che balla in modo provocante in un bar e subisce una violenza sessuale di gruppo “se l’è cercata” .

L’esperienza ci ha insegnato che spesso i ragazzi non hanno il giusto inquadramento giuridico a determinati comportamenti e che ignorino come alcuni comportamenti siano illeciti secondo la legge.

Pur facilmente in grado di riconoscere una violenza sessuale, caratterizzata dall’uso delle violenza o della forza, e di qualificarla come comportamento illecito, come un reato (comportamento vietato dalla legge e punito con il carcere), non sanno che la legge non ammette ignoranza e quali sono i principi giuridici che si applicano, ad esempio in materia di concorso di persone nel reato.

Quando una persona concorre nel reato?

Secondo la legge una persona risponde del reato commesso (per intero) quando ha dato un contributo morale o materiale all’azione illecita.

Anche se, come detto, la legge non ammette ignoranza e stabilisce che dai 14 anni si risponde penalmente delle proprie azioni, non sempre si sa che dare sostegno al proposito criminoso altrui equivale a commettere il reato; che basta, ad esempio, assistere ad un reato senza intervenire e/o incitare altri a commetterlo oppure supportare l’autore del reato facendogli da spalla o da palo per poter essere giudicati complici dell’intero reato commesso o comunque rischiare quanto meno di subire un processo.

Spesso non si conosce il confine sottile tra connivenza, ossia assistere ad un reato senza intervenire, che può essere giuridicamente consentito, anche se moralmente esecrabile, e concorso morale, ossia rispondere penalmente del reato per aver contribuito anche solo con un sostegno morale/psicologico all’azione illecita.

Da qui l’importanza di conoscere i principali reati sessuali, per poter scegliere consapevolmente e responsabilmente come comportarsi in determinate situazioni.

Il progetto con capofila SVS e partner altre realtà del privato sociale oltre alla nostra associazione, ha coinvolto varie classi III e IV delle scuole secondarie di II grado della Città di Milano. Il frutto del percorso, oltre agli interventi diretti presso le scuole coinvolte, sarà un libretto di racconto e testimonianza sui temi trattati.

L’autore. Paola Landriani avvocata penalista esperta di minori, membro del Direttivo e referente bandi per l’associazione.