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Il bullismo non è uno scherzo

Associazione Valeria da anni è impegnata a portare avanti nelle scuole un percorso di prevenzione al bullismo.

Quest’anno, grazie al sostegno di Fondazione Comunitaria Nord Onlus, siamo riusciti a coinvolgere 215 studenti della Scuola Secondaria di primo grado “Leonardo da Vinci” di Bollate e dell’ITIS Cartesio di Cinisello Balsamo.

Le dieci classi di alunni hanno potuto seguire i due incontri, della durata di due ore per classe, condotti da un avvocato con l’ausilio di una educatrice.

Nel corso del primo incontro, i ragazzi sono stati guidati nella riflessione di gruppo fino a individuare una definizione condivisa di bullismo e i protagonisti di questo fenomeno (bullo, vittima, gregari, pubblico, adulti). Il tema è poi stato affrontato dal punto di vista pratico/teatrale. I ragazzi, divisi in gruppi, hanno realizzato delle scene di bullismo attraverso la rappresentazione per “fermo immagine”. Durante l’osservazione e l’interpretazione di ogni scena, ai ragazzi spettatori è stata data la possibilità, qualora lo desiderassero, di “inserirsi nell’azione” per poterne eventualmente modificare il corso (tecnica mutuata dal teatro forum/teatro dell’oppresso).

Nel secondo incontro è stato proiettato il cortometraggio “Non è uno scherzo” e, a seguire, sono state analizzate e discusse le situazioni rappresentate nel video. Insieme all’avvocato, sono stati analizzati i comportamenti dei vari protagonisti anche dal punto di vista giuridico, evidenziando come alcune condotte poste in essere, oltre a essere censurabili sul piano umano, costituiscono anche reato; ciò al fine di fornire ai ragazzi la consapevolezza delle conseguenze di talune azioni od omissioni. Sono stati trattati i profili di responsabilità penale, nonché del concorso nel reato attraverso la disamina delle varie forme di partecipazione.

Nel corso dell’incontro si è cercato di stimolare la riflessione sulle possibili soluzioni al problema del bullismo, sia in termini preventivi sia ragionando su proposte di interventi di definizione nel contesto scolastico o parascolastico dove si è verificato il problema, ribadendo come la strada giudiziaria (percorribile solo in presenza di fatti reato) non sia sempre la più efficace, nonostante gli obiettivi rieducativi del sistema.

Gli incontri hanno sempre avuto una partecipazione molto attiva e sentita da parte dei ragazzi.

Nel primo incontro i ragazzi hanno cercato di individuare le possibili cause e motivazioni personali di chi bullizza.

In diverse classi il dibattito si è soffermato sulla forza, sulla prepotenza e sulla mancanza di rispetto verso l’altro e la non considerazione del valore di chi sentiamo distante da noi, diverso e quindi ritenuto inferiore.

Nel corso del lavoro teatrale i ragazzi che sono intervenuti nelle scene hanno sempre evidenziato la necessità di aiutare la vittima mettendosi anche fisicamente “in mezzo” tra questa e l’aggressore. Questa circostanza ha fornito lo spunto per riflettere che “mettersi in mezzo” fisicamente non sia necessariamente la cosa giusta e sicura da fare in certi casi. Per alcuni l’aiuto migliore potrebbe essere quello di parlare con qualcuno di quanto accade, adulto o se necessario anche le forze dell’ordine. Per altri, tuttavia, un simile comportamento è stato visto come un atto “da spia” e non corretto alle logiche del gruppo.

All’interno di queste scene erano sempre presenti gli smartphone e l’azione del riprendere o fotografare quello che accade è fondamentale sia con lo scopo di umiliare ulteriormente la vittima sia con l’intenzione di produrre una prova per una futura denuncia.

Al termine del secondo incontro è stato richiesto ai ragazzi un riscontro sulle attività svolte. I ragazzi hanno espresso opinioni positive sulla visione del video (molto coinvolgente); l’importanza della denuncia, la possibilità di esprimersi e discutere liberamente senza alcun giudizio.

Il lavoro di messa in gioco di sé e di riflessione condivisa ed esperienziale è valso come prevenzione di possibili future circostanze di deriva comportamentale, aumentando la consapevolezza sia come singoli che come parte di un gruppo o di una comunità del loro ruolo attivo di cittadini. Tale esito si inserisce nella sinergia fra le agenzie del privato sociale, della scuola e delle famiglie per promuovere sia una cultura della legalità che una dinamica virtuosa e solidale all’interno delle proprie cerchie di appartenenza sociale e relazionale.

Visto l’esito positivo riscontrato sia nei ragazzi che nei docenti, Associazione Valeria intende promuovere anche per il prossimo anno scolastico, nell’ambito della sua offerta formativa, il percorsi di prevenzione al bullismo, sia nelle scuole già intercettate per le future classi interessate, sia in nuove scuole e territori.

L’autore.

Paolo Pio Avvocato Penalista e membro del Direttivo. Referente per Associazione Valeria delle scuole secondarie di primo grado e del progetto bullismo. Ha una passione per il teatro sia come attore che come regista